Ho preso il tesserino di giornalista quasi vent’anni fa, da allora ascolto affermazioni e giudizi improbabili sul mio lavoro. Il soggetto a cui mi riferisco siete voi, i lettori.
Dopo tutto questo tempo, penso di poter dire una parola in più. Magari di troppo, per i più permalosi. Di solito i cronisti se la prendono con gli editori ma oggi si festeggia san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e ho voglia di ribaltare i ruoli e sfruculiare le nevrosi di chi legge e soprattutto ci giudica senza remore.
Proprio questa mattina ho intrattenuto una discussione, interessante devo ammettere, sul giornalismo e mi è venuto in mente un piccolo pamphlet che ho scribacchiato tempo fa.
Eccolo qua, leggero come una piuma per forma e sostanza. Nessuna pretesa o autoreferenzialità se non la voglia di fare un sorriso in più. Magari condiviso.
A chi tocca ‘nse ‘ngrugna, giusto?

              (ANCHE QUESTA) È LA STAMPA BELLEZZA
– guida all’uso dei lettori –

Quella del giornalista è la professione più facile del mondo. Pare che il cosiddetto “mestieraccio” possa farlo chiunque, sembra basti seguire i consigli gentilmente offerti da, per l’appunto, chiunque.

A) “Certe cose non andrebbero riportate, sciacalli. E il rischio emulazione?”.
Veramente sarebbe cronaca…

B) “Ah, su questo non scrivete niente? Certo, non vi conviene”.
Non è che io non abbia voglia di farle su due piedi un corso accelerato di giornalismo e spiegare perché questa non è un notizia, semplicemente non mi sento costretto a giustificare l’esistenza del mio mestiere. Se si informerà, vedrà che in tutto il sistema solare non ha pubblicato nessuno.
“Certo, è tutto un complotto. Saccente, arrogante”.

C) “Questo non meritava risalto, non dovevate scrivere niente”.
Non scrivere perché una parte ritiene non si debba fare si definisce censura.
“Ma certo (risatina, ndr), siete tutti uguali”.
Implicitamente sta dicendo che ha conosciuto almeno un altro giornalista: magari lo conosco?
“Complotto”.

D)Questo meritava risalto, dovevate scrivere qualcosa”.
Vedi punto B.

E)L’amico che non si fa vivo dal Paleolitico o peggio ancora: il pezzo grosso, il candidato, la talpa. Ti conoscono a malapena,non ti hanno mai dato lo straccio di una notizia.
“Guarda, ti faccio fare lo scoop del secolo!”. Quasi sempre una cazzata. Dopo un’ora di discussione durante la quale si è spiegato come un porcospino: “Però non i devi citare, non devi fare riferimenti, io non ti ho detto niente”.
Dovevi dirmelo subito, non posso scrivere una cosa così delicata senza neanche una denuncia, una fonte pronta a confermare, senza niente.
“E tu scrivi che sono una fonte anonima!”: mi sta dicendo come fare il mio lavoro.
Certo, posso farlo ma devo comunque avere una pezza d’appoggio. Posso registrarti? Eventualmente, devo poter dimostrare a un giudice che…
“Scusa ma tu non fai il giornalista?, scrivi”. È lui ad avere bisogno di me ma mi dà ordini.
“Non ti fidi?”.
Fingi di non aver capito che ti vuole usare e: certo che mi fido ma mi parli di cose che non hai neppure visto o sentito, le sai de relato.Non si lavora così, non è che qualcuno mi racconta una cosa, mi siedo, faccio il pezzo e il mio lavoro è finito. Devo verificare la fonte, dare voce alla controparte, chiedere il parere di un esperto perché la materia è ostica. Se la notizia è infondata mi querelano, rischio pure la galera. Lo sapevi che in Italia è previsto il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione e calunnia a mezzo stampa? Lo sapevi che il numero di querele temerarie contro i cronisti è elevatissimo? Ci metto la faccia, la firma… non faccio lavoro d’ufficio dove un errore si paga con il cazziatone del capo. Sono esposto, lo capisci?
“Vabbè, lascia stare, si ho capito. Ti ho dato l’oro e non te lo sei saputo prendere. Ho capito – per la seconda volta, a sottolineare stizza, ndrparlerò con qualcun altro. Mi spiace, lo facevo per te”.
Come s’offre. Stupido io che non sono prono a tutto.

F)”Comunque dovevi scrivere così e cosà, il concetto è diverso. Per non parlare della consecutio e poi la grammatica ahi ahi ahi, qui c’è un errore. Ahi, ahi, ahi, giornalista!”.
Siete pure amici, sai che distingue a malapena un’avversativa da una comparativa. Attacchi con un condiscendente “Veramente non è così”.
Seguono nell’ordine: alzata di sopracciglio, sospiro, cellulare in mano, apertura del primo sito o blog su cui può scrivere chiunque (il 95% di quelli presenti sul web) e infine: “Vedi? Google! Basta digitare la frase!”.
Certo, però se sfogli una grammatica nella sezione dedicata ai (…), tra l’altro se leggi le opere di (…) è una formula usata anche nella letteratura tardo novecentesc…
“Non la penso così”.
Non la pensi così? Iniziano girarti le palle. La grammatica la conosci o non la conosci, non è una questione di opinioni! Scusami ma mi hai corretto ingiustamente e per di più con poca delicatezza…
“Saccente. Arrogante. Complotto”.

Non ci sono cazzi, ti deve correggere in malo modo e fanculo pure all’amicizia perché hai osato dimostrare che aveva torto.

G) “Puoi pubblicarmi questa cosa?”.
Non c’è notizia, è chiaramente pubblicità.
“Vabbè dài per una volta”.
I giornalisti non possono fare pubblicità, l’Ordine può prendere provvedimenti disciplinari.
“E che devo fare?”.
Comprare un modulo pubblicitario.
“E tu non mi puoi aiutare?”.
Il giornale non è mio…
“Ah vabbè, ho capito”.
Stavolta niente complotto ma l’ombra del sospetto. Va via borbottando parole che cera di rendere comprensibili per facilitarti l’ascolto.
Il furbo. Pardon: il matapollo (in palermitano, chi vuol fare il furbo senza averne le capacità).

H) “Si possono dividere i fatti dalle opinioni? Esiste la stampa libera? E i giornalisti liberi? E i giornalisti che esprimono opinioni?, potete farlo?”.
Esiste che avere rotto un po’, soltanto un po’, la… anima?

Queste sono alcune delle categorie tipo. Si va dall’appena alfabetizzato che si ritiene un misto tra Landolfi, De Gasperi e Newton (dove lo tocchi suona), al professorone abituato a parlare ma non ad ascoltare. Tutti accomunati dalla stessa supponenza che ogni quattro anni li riunisce sotto la bandiera dell’Italia per decidere la formazione della nazionale di calcio ai mondiali. Il Commissario Tecnico, si sa, ne capisce sempre meno di tutti. Per costituzione.
Sapete perché le prostitute passeggiano intorno al fuoco? Perché c’è chi la vuole cotta, chi la vuole cruda e chi la vuole al dente. Loro la soluzione l’hanno trovata.
Senza rancore e amici più di prima.

D.Ma.

I

Colpa atavica che brucia in testa, colpa di nutrimento per un sentimento malato, colpa che s’inchioda nell’immagine di una croce. I chiodi di uno sguardo madido di sale, impossibilità di pensiero, parole, opere, omissioni. Piogge di cieli stellati, raggi di luna leggeri liberatemi.

II

Sonni inquieti e quegli occhi che mi perseguitano da una vita. Mi accompagnano in tutte le mie azioni, dirigono ciecamente le mie scelte, fumano le mie sigarette, sussurrano impazienti al mio cuore cupo. Si sono impadroniti di me condannandomi al purgatorio per ogni maledetta colpa del mondo.

«È morto a 92 anni il partigiano Placido Armando Follari, il “Comandante Otello”. La notizia nella Giornata della Memoria. I funerali sono stati celebrati oggi, alle 10, al cimitero dei Rotoli di Palermo. Allievo ufficiale dell’Accademia di Modena, insignito della Croce di guerra al valor militare, ha contribuito alla liberazione di Bologna, distinguendosi nel combattimento di Medalana e in quello alla confluenza del Setta Reno. Catturato a seguito di un rastrellamento tedesco per essere deportato, riuscì a fuggire e il primo settembre 1944 entrò nella nona brigata Santa Justa, dove fu nominato comandante di compagnia. Il 21 aprile 1945, comandò il presidio all’università. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha disposto la presenza del gonfalone della città di Palermo ai funerali. “Nel corso della sua lunga vita – ha detto il primo cittadino – Follari è stato grande esempio di libertà, impegno sociale e politico e formidabile protagonista della resistenza antifascista. Esempio che con la sua inimitabile passione sapeva trasmettere soprattutto ai tantissimi giovani che ogni anno affollano il Giardino Inglese per la Festa della Liberazione».

Il Fatto Quotidiano, 28/01/2016

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BLOG

Prefazione, dediche e ringraziamenti

Una visione, per così dire, “noir” di Palermo, rivisitata attraverso racconti brevi e versi liberi. Storie e sensazioni vissute e provate per le strade di una città in cui c’è un cattivo uso di energia.Tra sesso, sangue, disperazione e il grottesco di una realtà in cui l’abuso è così istituzionalizzato che se trovi un lavoro non ti chiedono di cosa dovrai occuparti ma “e ti pagano?”. Una città che si adegua svogliatamente alla velocità dei tempi, quasi slegata dalla realtà, con un linguaggio a sé stante, costellata di insegne tragicomiche come “carnezzeria”,“arancine”, “tosti”. Dove nessuno sa stare in coda davanti alla cassa di un negozio, dove lo stronzo è l’automobilista impaziente che inveisce contro i veicoli in doppia fila. Dove i livelli di invidia sociale e di classismo sono arrivati ad un punto di non ritorno. Un linguaggio e un approccio all’esistenza che rendono Palermo diversa da qualunque altro centro italiano. Non è un libro di denuncia ma un modo di vedere le sfumature underground della mia città con personaggi e situazioni più o meno inventati. È dedicato a chi non ama abbastanza Palermo per viverci bene, a chi non la odia a tal punto da riuscire ad abbandonarla, a chi non si sente costretto ad essere positivo a tutti i costi e ha ancora il coraggio di essere incazzato, a chi al cellulare risponde “prontü” e a chi non ha mai pregiudizi ma odia quelli con le Hogan. Il mio ringraziamento, infine, va alla mia compagna Laura Bertuglia che ha curato la parte grafica e mi ha spronato a pubblicare un libro chiuso da anni in un cassetto.

Foto copertina: via Milano, Palermo

di Davide Maniscalco

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“DALL’IMMAGINE DI SÉ ALLA COMUNICAZIONE DELL’IMMAGINE”

CONCEPT DEL WORKSHOP

La comunicazione comprende da sempre qualsiasi aspetto, dall’immagine di sé, che afferma all’esterno la propria personalità, attraverso la certezza della prima regola stessa della comunicazione che è impossibile non comunicare, fino alla comunicazione con l’esterno. Comunichiamo in ogni modo e in ogni momento attraverso qualsiasi mezzo ciò che siamo, anche immobili e in silenzio. Ma la comunicazione non è solo l’apparenza esterna che comunica già tanto ma anche, e soprattutto, è il dialogo che noi facciamo con noi stessi: la nostra comunicazione interiore. Questa racchiude importanti informazioni che se ben comprese e veicolate all’esterno permettono di acquisire maggiore consapevolezza di sé e quindi di relazionarsi al meglio col mondo. Il terzo e ultimo strato di quest’analisi si orienta verso l’osservazione ancora più interna di sé, stimolando una comunicazione ancora più specifica sul proprio stile di vita e gli obiettivi, attraverso metodi che fanno valutare se i propri criteri sono quelli più efficaci per raggiungere ciò che si desidera, dal punto di vista personale e professionale. Il workshop teorico-pratico si propone dunque come punto d’inizio per acquisire una consapevolezza a più gradi della comunicazione esteriore ed interiore che rende capaci di migliorare e conoscere le proprie risorse per utilizzarle al meglio.

PROGRAMMA GENERALE

GIORNO 1 CONSULENZA D’IMMAGINE: INDIVIDUARE IL PROPRIO STILE E MIGLIORARLO L’IMMAGINE ESTERIORE La prima giornata del workshop fa acquisire consapevolezza della propria immagine riflessa all’esterno, che è il primo passo per una conoscenza di sé e di quello che si vuole comunicare al mondo. Si osserveranno in questa prima parte del workshop tutti i principali stili per capire a quale si appartiene e quali elementi contraddistinguono un modo di presentarsi. Una seconda fase di questa giornata prevede una parte pratica durante la quale degli specialisti dell’immagine daranno consigli utili ai partecipanti per definire al meglio il proprio stile e la propria immagine.

GIORNO 2 CONOSCERE LA COMUNICAZIONE CORPOREA ATTRAVERSO L’AUTOANALISI L’IMMAGINE INTERIORE La seconda giornata del workshop insegna a comprendere come il nostro corpo dialoga con noi quotidianamente attraverso segnali più o meno visibili che ci ricordano quanto ciò che siamo all’esterno dipende in gran parte dal nostro funzionamento interno. Vengono insegnate tecniche pratiche per riconoscere blocchi psicosomatici che a volte, anche inconsapevolmente, rendono la vita peggiore. Queste tecniche insegnano in un percorso pratico, i metodi efficaci per ascoltare la propria comunicazione interna, punto d’inizio necessario per un’ottima comunicazione esterna.

GIORNO 3 PNL E COMUNICAZIONE EFFICACE •APPRENDERE I METODI PER LA CRESCITA PERSONALE E PROFESSIONALE La terza giornata del workshop si dedica alla comunicazione più importante, ovvero quella con se stessi. Attraverso una conoscenza dei metodi della PNL (programmazione neuro-linguistica), la disciplina che studia come comprendere e modificare i meccanismi che regolano come ogni essere umano costruisce soggettivamente la sua vita, come utilizziamo davvero la nostra mente e usiamo i metodi per raggiungere gli obiettivi, stabilendo quali risultano più efficaci in tutte le aree, da quella personale a quella professionale. Questa analisi, strettamente individuale, permette di acquisire consapevolezza, promuovere e facilitare il cambiamento o potenziare le risorse esistenti.

MESE DI OTTOBRE Attivazione da n. min partecipanti 10 – max 15

info e prenotazioni al 091. 98 23 428 / 339 31 25 465 mediartec@libero.it Laura Bertuglia MEDIARTEC www.laurabertuglia.it

E’ successo oggi pomeriggio negli uffici di via Laurana. Le minacce sono state filmate e condivise su Facebook. Secondo la ricostruzione fatta dall’autrice del video, l’uomo che inveisce sarebbe un dipendente che si sarebbe allontanato dal suo posto di lavoro: una volta fatto ritorno, gli avrebbero contestato la prolungata assenza. Questa la reazione:

https://youmedia.fanpage.it/video/aa/U9fPdOSw95PAjMgw

Per chi non è di Palermo ecco la traduzione degli insulti del dipendente dell’Inps: “Immondizia esci fuori che ti taglio la gola (…) te ne devi andare perchè ti ammazzo cosa inutile, te ne devi andare”.

Sempre stando alla ricostruzione dei fatti fornita dall’autrice del video, gli agenti di sicurezza presenti sul posto non sarebbero stati in grado di fare nulla: il 113 sarebbe stato chiamato da una signora friulana, presente in sala d’attesa, ma pare che gli agenti abbiano tardato ad arrivare.

MORTI DI MAFIA: RICORDIAMOLI (QUASI) TUTTI

Pubblicato: 23 Maggio 2014 in Varie

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2/9/1943: a Quarto Mulino di San Giuseppe Jato, Salvatore Giuliano, un contadino dedito alla borsa nera, uccide il carabiniere Antonio Mancino il quale aveva intercettato i suoi traffici.

1/5/1947: massacro di Portella della Ginestra (collina vicino Palermo), la banda Giuliano apre il fuoco su una folla di contadini che celebra la festa del lavoro: 11 morti e 56 feriti.

1944/1966: lotta per l’occupazione delle terre contro la mafia che spalleggia gli agrari, muoiono 38 sindacalisti, uccisi da campieri, guardaspalle e boss emergenti (6/8/1944 Andrea Raja, 7/6/1945 Nunzio Passafiume, 4/1/1947 Accursio Miraglia, 10/3/1948 Placido Rizzotto, 6/3/1955 Salvatore Carnevale 20/7/1960 Paolo Bongiorno, 24/3/1966 Carmelo Battaglia).

26/1/1960: Antonino Giannola, magistrato. Assassinato nell’aula del tribunale di Nicosia (En) che presiedeva.

30/3/1960: ucciso il commissario Cataldo Tandoy (provincia di Agrigento).

30/6/1963: strage di Ciaculli. Una “giulietta” carica di tritolo uccide sette tra poliziotti, carabinieri e artificieri.

16/9/1970: MAURO DE MAURO, redattore del quotidiano "L’Ora", rapito a Palermo e mai più ritrovato.

5/5/1971: Pietro Scaglione, procuratore della repubblica di Palermo e il suo autista Antonino Lo Russo.

20/8/1977: il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e l’insegnante Filippo Costa vengono uccisi mentre passeggiano nei boschi della Ficuzza.

9/5/1978: PEPPINO IMPASTATO, militante antimafia. E’ stato il boss Tano Badalamenti ad ordinarne l’eliminazione per le accuse che gli rivolgeva dai microfoni di una radio locale.

26/1/1979: a Palermo ucciso il cronista del Giornale di Sicilia MARIO FRANCESE.

12/7/1979: a Milano viene ucciso Giorgio Ambrosoli, avvocato liquidatore dell’impero economico di Michele Sindona, il giorno dopo averne presentato la documentazione.

21/7/1979: Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo.

25/9/1979: a Palermo il giudice istruttore Cesare Terranova e il suo autista, il maresciallo di polizia Lenin Mancuso.

6/1/1980: il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, politico della sinistra democristiana.

4/5/1980: a Monreale (Palermo) il capitano dei carabinieri Emanuele Basile.

6/8/1980: Gaetano Costa, procuratore capo di Palermo. Aveva appena firmato sessanta ordini di cattura

contro altrettanti mafiosi, dopo che i suoi sostituti si erano rifiutati di farlo.

30/4/1982: Pio La Torre, segretario del P.C.I. siciliano  e il suo autista Rocco Di Salvo. Il giorno dopo il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa è nominato prefetto di Palermo.

16/6/1982: agguato al furgone che stava trasportando Alfio Ferlito dal carcere di Enna a quello di Trapani. Oltre al boss catanese, muoiono tre carabinieri di scorta e l’autista del mezzo. Ndr: nella maggior parte degli archivi non vengono neppure menzionati i nomi degli agenti e dell’autista.

3/9/1982: Palermo. Strage di via Carini. Uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo, l’autista che li seguiva sull’auto di servizio.

25/1/1983: Giangiacomo Ciaccio Montalto, giudice di Trapani.

13/6/1983: Monreale (Palermo). Assassinato il capitano dei carabinieri Mario D’Aleo, comandante della locale compagnia. Con lui cadono l’appuntato Bonmarito e il carabiniere Marici. D’Aleo aveva preso il posto del cap. Basile.

29/7/1983: autobomba di via Pipitone Federico (Palermo) muoiono il capo dell’ufficio istruzione del tribunale Rocco Chinnici, due carabinieri della scorta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi. Ndr: anche in questo caso non sono riportati i nomi degli agenti uccisi, per trovarli bisogna eseguire una piccola ricerca. E’ indegno.

5/1/1984: a Catania, Giuseppe Fava, fondatore del settimanale "I Siciliani".

27/2/1985: a Palermo, Pietro Patti, proprietario di un’industria alimentare. Stava accompagnando le figlie a scuola quando è stato freddato a colpi di pistola. Si era ribellato al pizzo.

2/4/1985: Barbara Asta e i suoi due bimbi Giuseppe e Salvatore muoiono al posto del giudice Carlo Palermo, bersaglio dell’attentato lungo il tratto stradale Pizzolungo-Trapani.

28/7/1985: Beppe Montana, capo della squadra catturandi della polizia di Palermo.

5/8/1985: Antonino Cassarà, vicequestore di Palermo e l’agente di polizia Roberto Antiochia.

12/1/1988: ucciso Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo per pochi mesi, avversario politico di Lima e Ciancimino, aveva apertamente denunciato i condizionamenti dei vari comitati d’affari sul comune.

14/1/1988: a Palermo assassinato Natale Mondo, l’agente di polizia sopravvissuto all’agguato in cui avevano perso la vita Cassarà e Antiochia.

25/9/1988: lungo la strada che porta da Canicattì a Palermo vengono assassinati il presidente di Corte d’Appello di Palermo Antonino Saetta e il figlio Stefano. Aveva condannato in appello i capimafia Michele e Salvatore Greco per l’attentato a Rocco Chinnici ed i killer del capitano Emanuele Basile, scandalosamente assolti in primo grado (ma il processo era stato annullato dalla cassazione), si apprestava a presiedere l’appello del maxiprocesso.

27/9/1988: a Trapani MAURO ROSTAGNO, giornalista e sociologo.

19/6/1989: sulla scogliera dell’Addaura (Palermo) viene trovato un ordigno destinato a Giovanni Falcone, la cui villa delle vacanze si trova poco distante.

21/9/1990: Rosario Livatino, 38 anni, sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Agrigento, ucciso sulla strada a scorrimento veloce Caltanissetta-Porto Empedocle.

9/8/1991: cade in un agguato Antonio Scopelliti, sostituto procuratore in Cassazione. Da lì a poco avrebbe dovuto sostenere l’accusa nel primo maxi-processo a Cosa nostra.

29/8/1991: ucciso Libero Grassi, imprenditore che rifiuta di pagare il pizzo agli esattori della mafia.

23/5/1992, ore 17:58: strage di Capaci (sull’autostrada Palermo-Punta Raisi), muoiono Giovanni Falcone, già magistrato a Palermo, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, superstite l’agente Giuseppe Costanza che viaggiava sull’automobile guidata da Falcone.

19/7/1992, ore 13:45: strage di via D’Amelio (Palermo), muoiono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi,prima donna poliziotto ad aver perso la vita in un attentato della mafia.

8/1/1993: a Barcellona (Messina) viene ucciso BEPPE ALFANO, giornalista del quotidiano "La Sicilia".

14/5/1993: a Roma, esplode un’autobomba in via Fauro al passaggio dell’auto con a bordo il giornalista MAURIZIO COSTANZO.

27/5/1993: a Firenze, esplode un’autobomba in via dei Georgofili, cinque morti.

27/7/1993: a Roma un’autobomba esplode nel piazzale antistante il vicariato, dietro la basilica di San Giovanni in Laterano. Poco dopo un’altra autobomba esplode davanti alla chiesa del Velabro. Lo stesso giorno a Milano, un’autobomba parcheggiata in via Palestro provoca cinque morti: quattro vigili urbani accorsi sul posto e un extracomunitario che dormiva su una panchina.

15/9/1993: ucciso padre Pino Puglisi, parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio (quartiere di Palermo).

8/10/1998: ucciso il sindacalista Domenico Geraci.

DAL BLOG DI DARIO DE MARCO

Pubblicato: 8 Maggio 2014 in Citazioni

L’autore del blog e dell’articolo è un giornalista napoletano: a giudicare da quello che scrive, il mercato del lavoro partenopeo è molto simile a quello palermitano.
Dico sempre che Palermo è un caso emblematico perchè quando trovi un nuovo lavoro, la domanda che ti fanno gli amici non è "di cosa ti devi occupare?" ma "e ti pagano?".
Sembra che anche a Napoli la situazione sia identica ma ho come il vago sentore, così a naso, che si tratti di una realtà molto più generalizzata.
La denuncia è da interpretare tra le righe ovviamente.
Pungente e divertente, vale la pena leggerlo, basta cliccare sul link in basso.

Una giornata particolare.

C. Palahniuk

Pubblicato: 19 gennaio 2014 in Citazioni

Non lo sai? Chi è danneggiato ama chi è danneggiato.